2020

Nel 2020 produce SETTIMO SENSO da un racconto di Ruggero Cappuccio con Euridice Axen. Progetto luci, scene e regia Nadia Baldi, Musiche Ivo Parlati, Costumi Carlo Poggioli. Lo spettacolo debutta al Napoli Teatro Festival in co-produzione con Khora Teatro.
Un immaginario dialogo tra una donna e un uomo. Lo stupore deflagra quando l’uomo si accorge che la presenza femminile è in tutto e per tutto uguale a Moana Pozzi. Lei coglie la sua sorpresa e gli parla. Lo irretisce in un dialogo misterioso ed enuncia la sua idea di pornografia, lanciando, provocatorie affermazioni contro il potere, la politica, l’arrivismo. Il dialogo diventa serrato e seduttivo. La donna spiazza il giornalista dicendogli che lui sta sicuramente progettando di scrivere un articolo- rivelazione sulla falsa morte di Moana Pozzi. Gli propone un affascinante gioco notturno e gli spiega che lui avrà una notte per decidere se corteggiarla o tradirla con uno scoop giornalistico.
Moana Pozzi è divenuta nell’immaginario collettivo un autentico paradigma della donna oggetto accerchiata dalle spregiudicate esigenze commerciali dell’industria pornografica e dalla distorta concezione sessuale derivata dal maschilismo imperante.
Parlare di personaggi famosi che hanno attraversato l’immaginario erotico collettivo, è sempre delicato. Ma io ho voluto cogliere, attraverso questa strana storia di seduzione tra una porno – diva e un uomo, tutto quello che può passare come messaggio trasversale.
Attraverso le parole del personaggio femminile che aprono ad una possibile analisi critica sulla pornografia, tocchiamo quelli che sono i più profondi, ancestrali e arditi sensi che muovono il potere e la violenza dell’essere umano. Nadia Baldi

Nello stesso anno produce RUMORE DI FONDO da un’idea di Nadia Baldi e Ivo Parlati drammaturgia Benedetta Palmieri con Gea Martire e la straordinaria partecipazione di Carmine Ammirati. Rumore di Fondo nasce dall’incontro artistico tra le visioni musicali di Ivo Parlati e il mondo creativo di Nadia Baldi. Un concerto elogio alla speranza, un racconto di orfani speciali, ORFANI DI FEMMINICIDIO. Bambini deprivati dell’amore primordiale. La musica è pensata come un racconto evocativo di risonanze emotive che attraversano il “non-me”, una realtà non reale che cammina verso quel flebile confine chiamato speranza. La speranza, quella spinta vitale tipica dei bambini che, scacciando quel drammatico “rumore di fondo”, sfocia in un antidoto vivace di dolce rinascita.

Sempre nel 2020 continua la sua felice vita artistica SHAKESPEA re Di NAPOLI di Ruggero Cappuccio con Claudio Di Palma e Ciro Damiano che debutta al Globe Theatre la cui direzione artistica è di Gigi Proietti.

2019

Rimette in produzione uno dei classici di Teatro Segreto il PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO di e con Ruggero Cappuccio che debutta a Milano al Teatro Elfo Puccini.

Nello stesso anno produce IL MOTORE DI ROSELENA da un’idea originale e con Gea Martire drammaturgia Antonio Pascale, Costumi Carlo Poggioli . Lo spettacolo debutta al Napoli Teatro Festival in prima assoluta.
Storia in forma monologata dell’emancipazione di Roselena, nata e cresciuta dietro al Vesuvio. Il tono è tragicomico, come lei. Roselena è infiammata da una grande passione per le macchine. Una donna! C’è chi si sogna in abito da sposa, chi in tailleur manageriale, lei in tuta da pilota. L’importante nella vita è avere un motore e lei ce l’ha in testa come un chiodo fisso. Fin da piccola. Con molta meraviglia la madre si rende conto che il rumore dei motori delle macchine l’acquieta come nessuna ninna nanna e la mette di buon umore. Crescendo, il suo linguaggio dialettale, spesso sgrammaticato, colorito e poco forbito, diventa adeguato, calzante, perfetto se si ritrova a parlare di motori, carburatori, testate, pistoni, aerodinamicità. Le reazioni di chi la conosce passano dallo stupore alla perplessità.

2018

Produce CIRCUS DON CHISCIOTTE di e con Ruggero Cappuccio e con Giovanni Esposito, Marina Sorrenti, Gea Martire, Ciro Damiano, Giulio Cancelli. Scene Nicola Rubertelli, costumi Carlo Poggioli, musiche Marco Betta. Lo spettacolo debutta al Teatro Mercadante.
Circus Don Chisciotte ambientato a Napoli nei giorni nostri, è uno spettacolo che narra la storia di Michele Cervante ( Ruggero Cappuccio ), una singolare figura di vagabondo colto che esplora le ombre urbane della città. Presunto discendente dell’autore del Don Chisciotte della Mancia, il professor Cervante attiva una lotta personalissima contro il processo di disumanizzazione che sta attanagliando il mondo. In una delle sue peregrinazioni notturne lungo il binario morto di una stazione ferroviaria abbandonata, si imbatte in Salvo Panza ( Giovanni Esposito ) un girovago nullatenente fuoriuscito dalla sfera della cosiddetta società civile. Tra Michele Cervante, studioso di letteratura e Salvo Panza, ancora segnato dalla saggezza di antiche suggestioni orali assimilate nell’entroterra napoletano, nasce un pirotecnico rapporto immaginativo.
Sul binario morto, intanto, scivolano vagoni sospinti dal vento con a bordo singolari viaggiatori. I nuovi arrivati vivono esistenze sospese tra buffi deragliamenti sociali e impennate poetiche. Almerindo Buonpasso ( CiroDamiano ) e Letizia Celestini ( Gea Martire ) due ex ristoratori, Vinicio Meraviglia ( Giulio Cancelli ) un prestigiatore di provincia e l’apparizione finale di una principessa siciliana ( Marina Sorrenti ), intrecciano con Cervante e Salvo Panza una sinfonia di sorprese interiori destinate a culminare in un’amicizia fulminante. In un crescendo irresistibile si farà strada un profondo e comico progetto di rivoluzione per riconquistare l’essenza spirituale dell’umanità.

Nello stesso anno produce SPACCANAPOLI TIMES di e con Ruggero Cappuccio e con Giovanni Esposito, Marina Sorrenti, Gea Martire, Ciro Damiano, Giulio Cancelli. Scene Nicola Rubertelli, costumi Carlo Poggioli, musiche Marco Betta. Lo spettacolo debutta al Teatro Mercadante.
Spaccanapoli Times è una dirompente macchina comica che attraversa il paesaggio umano dell’Italia di oggi con spregiudicata velocità. La storia, ambientata in una Napoli contemporanea vista come detonatore della crisi etica che investe la nostra nazione, mette a fuoco la vita di quattro fratelli in lotta con il modernismo globalizzante che innesca nel mondo dinamiche sociali dalle quali i componenti della famiglia Acquaviva si sentono esclusi.
Giuseppe, il primogenito, è uno scrittore che pubblica le sue opere in assoluto anonimato, combatte il narcisismo che accompagna la creazione artistica e vive tra i binari della stazione centrale di Napoli.
La scena si apre nella vecchia casa della famiglia Acquaviva: un appartamento all’ultimo piano di un palazzo situato nella via Spaccanapoli. Gli ambienti sono abbandonati da tempo. Gli unici oggetti che si impongono alla vista sono le migliaia di bottiglie d’acqua, ormai vuote, che ricoprono i muri dei saloni a tutt’altezza.
Giuseppe ha convocato i suoi tre fratelli per una ragione d’emergenza. Gabriella, Gennara e Romualdo, lo raggiungono nella dimora in cui hanno vissuto infanzia e adolescenza, ma il motivo della convocazione appare ambiguo e misterioso.
La presenza del quartetto Acquaviva nel luogo degli antenati, innesca un esilarante corto circuito tra passato e presente, tra i teneri rituali dell’infanzia e l’avanzata cancerogena del capitalismo.
I quattro fratelli sono disorientati dall’attualità, vivono in dimensioni mentali e fisiche estreme, concretizzando sulla vita punti di vista e interpretazioni follemente comici.
La singolare pazzia sentimentale che ispira gli innamoramenti di Gabriella, la surreale visionarietà di Gennara per il mondo dello spirito e il talento fobico che Romualdo applica nella pittura, attivano un confronto serrato sulla possibilità di amare e di esistere.

Sempre nel 2018 produce ASPETTANDO MEDEA da un’idea di Nadia Baldi, Antonella Ippolito e Franca Abategiovanni con Antonella Ippolito e Franca Abategiovanni regia Nadia Baldi.
Due donne…un copione, le prove di uno spettacolo . Due donne diverse fra loro che interagiscono con un testo, la loro vita privata, i loro sogni e le loro follie. Nell’ordito della trama del copione si confondono i due personaggi, ora impegnate a trovare la loro miglior interpretazione ora a risolvere problematiche quotidiane ora a sviscerare storie e sentimenti che trascinano lo spettatore in mondi e storie parallele. Medea personaggio complesso di grande forza drammatica ed espressività, affascina e cattura le due attrici. Esse si troveranno più volte a confondersi con Medea, a rappresentare le due facce della sua stessa mente scissa, conflittuale.
L’abbandono, l’indifferenza, la vendetta, la ferocia, la forza e la fragilità del personaggio sono sentimenti dai quali restano rapite e condizionate durante le prove. Ma come spesso accade anche nella vita comune il limite fra tragedia e comicità è sempre labile e le due protagoniste finiranno per passare dal comico al tragico restituendo allo spettatore uno scenario godibile e leggero.

Sempre nel 2018 produce TERESA ZUM ZUM drammaturgia di Cesare Belsito con Franca Abategiovanni regia Nadia Baldi.
Il tema portante è la Follia, racconta di una donna, appunto TERESA che decide di andare in cura da uno psicanalista per risolvere un suo problema capitale: la paura di fare sesso con gli uomini. Ha talmente paura di affrontare questa tematica che non riesce neanche a verbalizzare e di conseguenza quando ne parla usa un suono onomatopeico per l’appunto ZUM ZUM da qui il titolo.
Nei tre quadri che si avvicendano nello sviluppo dello spettacolo scopriremo che TERESA parla di un uomo che ha incontrato su internet e che di conseguenza non ha mai visto. Quest’uomo decide di volerla incontrare da qui il problema.
Il suo incontro con lo psicanalista si muove però su un piano totalmente sedativo da parte sua senza preservare neanche gli uomini che incontra per strada di cui è convinta in maniera persecutoria che vogliano fare con lei ….ZUM ZUM.
Il personaggio di TERESA è pari a un clown che con la sua tenerezza e il suo disorientamento riesce anche a far ridere a crepapelle lo spettatore. Una donna sola di fronte al mondo spietato che non accoglie ma emargina.
Il finale è a sorpresa in sostanza, di fronte alle sue confessioni non c’è nessuno.

2017

Nel 2017 nasce la produzione FERDINANDO di Annibale Ruccello con Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio, Francesco Roccasecca. Costumi Carlo Poggioli, Musiche Marco Betta. Regia Nadia Baldi.
Nadia Baldi firma la regia di FERDINANDO, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, andato in scena per la prima volta il 28 febbraio 1986. L’opera ha vinto due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, il secondo nel 1986 come miglior messinscena. Donna Clotilde, baronessa borbonica, si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isolamento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. È con lei una cugina povera, Gesualda, che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino, un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché non arriva Ferdinando, un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.
Nello stesso anno produce IL BACIAMANO di Manlio Santanelli con Susy Del Giudice, Giulio Cancelli. Scene Luigi Ferrigno. Regia Giovanni Esposito.
Due mondi apparentemente opposti immersi in un contesto di guerra dove la disperazione costruisce armi con la ferale meccanica del tutto è concesso. Ma allorché questi mondi stringono fra loro un intimo contatto, al riparo da sguardi giudicanti, la loro asse di rotazione si sposta. Le abituali prospettive mutano e le asserite certezze si rivelano in tutta la loro effimera volatilità, rendendo disperata la ricerca di una via d’uscita. Un gesto ammirato, sognato, un baciamano, diventa l’opportunità per consolidare il cambio di prospettiva. Mutare pelle e diventare quello che si poteva essere. Due anime che arrivano a sfiorarsi l’un l’altra, finché una voce, un suono, basta a farle rifuggire entro gli antichi confini, di nuovo costrette nell’antica e stratificata armatura. Il sommovimento ha però lasciato delle crepe attraverso le quali sembrano germinare i semi di un mutamento forse definitivo.

Nello stesso anno produce IL BACIAMANO di Manlio Santanelli con Susy Del Giudice, Giulio Cancelli. Scene Luigi Ferrigno. Regia Giovanni Esposito.
Due mondi apparentemente opposti immersi in un contesto di guerra dove la disperazione costruisce armi con la ferale meccanica del tutto è concesso. Ma allorché questi mondi stringono fra loro un intimo contatto, al riparo da sguardi giudicanti, la loro asse di rotazione si sposta. Le abituali prospettive mutano e le asserite certezze si rivelano in tutta la loro effimera volatilità, rendendo disperata la ricerca di una via d’uscita. Un gesto ammirato, sognato, un baciamano, diventa l’opportunità per consolidare il cambio di prospettiva. Mutare pelle e diventare quello che si poteva essere. Due anime che arrivano a sfiorarsi l’un l’altra, finché una voce, un suono, basta a farle rifuggire entro gli antichi confini, di nuovo costrette nell’antica e stratificata armatura. Il sommovimento ha però lasciato delle crepe attraverso le quali sembrano germinare i semi di un mutamento forse definitivo.

2016

Nel 2016 TEATRO SEGRETO roduce le riprese degli spettacoli:

LA MORTE DELLA BELLEZZA regia Nadia Baldi con M. Sorrenti, F. Abategiovanni, R. Rossi, A. Ippolito, T. Filomena, N. Baldi, R. Salvetti, A. Bonioli riscrittura dal romanzo di G. Patroni Griffi;

CASANOVA di Ruggero Cappuccio con Roberto Herlitzka, Marina Sorrenti, Franca Abategiovanni, Giulia Odori, Carmen Barbieri, Rossella Pugliese regia di Nadia Baldi, PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio e SHAKESPEA RE DI NAPOLI con Claudio Di Palma e Ciro Damiano scritto e diretto da Ruggero Cappuccio.

CASANOVA : dopo il successo ottenuto con Il Soccombente di Bernhard, con la regia di Nadia Baldi, Roberto Herlitzka, vincitore del Nastro d’Argento per il Cinema lo scorso anno, autore di stupende interpretazioni nei film Il rosso e il blu e La grande bellezza, porta in scena il modernissimo mito di Giacomo Casanova.

La notte tra il tre e il quattro giugno del 1798, Giacomo Casanova sospetta di dover morire. Il gentiluomo veneziano, chiamato ad incarnare il mito vivente della seduzione, è ospite da tredici anni nel castello di Dux, in Boemia, dove il conte di Waldestein gli ha assegnato il posto di bibliotecario di palazzo. Dalle prime ore dell’alba una sequenza di indizi che la sua intuizione mette in ordine sembrano annunciare l’avvicinarsi del passaggio fatale.

PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO: “Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla, perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non piace per poterlo cambiare”.Con questa breve riflessione Paolo Borsellino svela il senso più segreto del suo essere uomo e del suo essere giudice. La sua giovinezza e gli anni difficili della sua maturità sono ispirati ad una tensione vitale che oscilla tra passione per la memoria e progetto instancabile per una costruttività del futuro. La sua singolare esperienza esistenziale porta con sé i tratti inequivocabili dell’eroe. Un eroe moderno. Un eroe lontano dalle tentazioni della retorica. Un eroe che si batte senza armi contro le armi; senza violenza contro la violenza; senza protervia contro omicidi, stragi, tradimenti. Forte unicamente della sua spiazzante lealtà intellettuale, di un intuito espresso a livelli altissimi, Paolo Borsellino è l’incarnazione di eroe psicologico in grado di sacrificare il proprio corpo e i propri affetti per un’idea: la giustizia. Questo profilo di un artefice umano che costruisce il proprio coraggio per donarlo agli altri ha affascinato i grandi tragici dell’antichità, le letterature di tutti i tempi e di tutto il mondo. Le esistenze di Borsellino e Falcone hanno operato un mutamento insolito. Per molti giorni, per mesi, per una tenace minoranza tutt’oggi, gli italiani hanno assistito e partecipato  con entusiasmo e dolore ad una vera e propria reincarnazione di ideali ispirati alla giustizia che deviazioni politiche e mafiose avevano tacitato sotto la polvere di una pretesa retorica. Lo Stato, l’appartenenza dei cittadini ad esso, l’equità, il coraggio, sono passati dallo stadio vuoto delle “parole” a quello limpido e inarrendevole dei “fatti”. I cinquantasette giorni in cui Paolo Borsellino vive dopo la morte a Giovanni Falcone, fanno del giudice sopravvissuto un uomo solo, accerchiato da elementi deviati dello Stato e della politica, da Cosa Nostra e dall’indifferenza collettiva come prodotto culturale raffinatissimo atto a seppellire la verità. Senza Falcone, senza l’uomo che Borsellino stesso definiva “il suo scudo”, il magistrato elabora la certezza matematica della propria fine.

SHAKESPEA RE DI NAPOLI: In molti hanno teorizzato intorno all’origine ispirativa dei Sonetti di Shakespea Re di Napoli. Così il misterioso W.H. cui sono dedicati i centocinquantaquattro componimenti del Poeta di Stratford, ha finito per assumere ora le sembianze del conte di Pembroke, ora quelle di Lord Southampton.  Tuttavia, le immagini dei due gentiluomini inglesi hanno ceduto il passo, specie nell’ultimo secolo, a nuove e sempre più approfondite indagini testuali, fino alla capitolazione finale ad opera di analisi incentrate sui riferimenti ermetici e simbolici annidati nei Sonnets.

Da un’attenta lettura dei versi si deduce che il giovane amico “… dai profondi occhi sognanti…” per il quale Shakespeare innalzava il suo canto struggente, doveva essere una persona in grado di rappresentare un fattore vitale per l’evoluzione dell’arte drammaturgica del grande William. W. H. , allora, riaffiora dai penetrali del suo secolare mistero: si tratta dell’attore fanciullo del teatro di Shakespeare: di colui che, come scrive Wilde, fu primo e indimenticabile interprete di Viola, Desdemona, Rosalinda, Giulietta. In Shakespea Re di Napoli il mistero dei Sonnets si addensa in una storia in cui le antiche suggestioni legate a Willie Huges e l’attore fanciullo del teatro Elisabettiano, sfociano in un racconto che nella fantasia e nella forza immaginativa pone radici per una pura intuizione poetica sulla natura dei Sonetti. Nella messinscena la straordinaria musicalità della lingua di Shakespeare viene assimilata alla grande vocazione lirica della cultura letteraria del barocco napoletano. Il senso del suono diviene quasi suono dei sensi, dell’inesausto intreccio di endecasillabi e settenari. Sullo sfondo, una misteriosa notte di Carnevale, un castello, un vicerè, due storie e l’ombra di Shakespeare. Tutto nel gurgite di passioni incandescenti, agonizzanti silenzi, violente rinascite delle parole, ferita impietosamente nella sfida con l’autore, il genio, la bellezza e la morte, che dal vicino mare limpido e putrescente esala il brivido presago della peste.

La nuova produzione è: L’arte italiana del furto, ovvero come rubare un capolavoro di Caravaggio e come non ritrovarlo più, nuovo lavoro di Ruggero Cappuccio che affronta la storica sparizione della Natività di Michelangelo Merisi, avvenuta nel 1969 a Palermo. La trafugazione dell’opera mai più ritrovata, coinvolse magistrati e politici, carabinieri e mafiosi, in una vicenda paradigmatica sulle ambivalenze dei poteri nel nostro Paese.

PERIODO DI  REPLICA da Gennaio a Dicembre 2016

TEATRO DEI CONCIATORI ROMA

TEATRO VERDI  SALERNO

TEATRO NUOVO NAPOLI
PALAZZO COPPOLA SESSA CILENTO
PALAZZO MATERAZZI SERRAMEZZANA

2015

Nel 2015 TEATRO SEGRETO produce CASANOVA di Ruggero Cappuccio con Roberto Herlitzka, Marina Sorrenti, Franca Abategiovanni, Giulia Odori, Carmen Barbieri, Rossella Pugliese regia di Nadia Baldi, PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio e SHAKESPEA RE DI NAPOLI con Claudio Di Palma e Ciro Damiano scritto e diretto da Ruggero Cappuccio.

CASANOVA : dopo il successo ottenuto con Il Soccombente di Bernhard, con la regia di Nadia Baldi, Roberto Herlitzka, vincitore del Nastro d’Argento per il Cinema lo scorso anno, autore di stupende interpretazioni nei film Il rosso e il blu e La grande bellezza, porta in scena il modernissimo mito di Giacomo Casanova.

La notte tra il tre e il quattro giugno del 1798, Giacomo Casanova sospetta di dover morire. Il gentiluomo veneziano, chiamato ad incarnare il mito vivente della seduzione, è ospite da tredici anni nel castello di Dux, in Boemia, dove il conte di Waldestein gli ha assegnato il posto di bibliotecario di palazzo. Dalle prime ore dell’alba una sequenza di indizi che la sua intuizione mette in ordine sembrano annunciare l’avvicinarsi del passaggio fatale.

Un maggiordomo gli annuncia l’imminenza di una festa da celebrare per il giorno seguente senza fornire alcuna motivazione. Al castello sono attesi ospiti provenienti da tutta Europa, è necessario che Casanova ceda il suo appartamento per essere destinato ad una destinazione più modesta. I fiumi della ragione sono in piena, la pioggia frusta le torri per dissolvere pochi minuti dopo nell’irradiazione di un sole improvviso, per tornare più violenta nel volgere di pochi secondi. Giacomo ha compiuto settantatré anni un mese prima, ha festeggiato il suo compleanno brindando a se stesso con un calice di acqua gelata, riflettendo la sua immagine in uno specchio opaco che sormonta il camino del suo studio. Da quel giorno è ammalato; e adesso trascina la sua valigia attraverso i vasti corridoi del castello di Dux, dove riecheggiano i mille passi di scrittori che lo precedono, lo indirizzano, gli consegnano chiavi che non aprono alcuna porta. La febbre lo assale con zaffate di brividi che si alternano a vampate perentorie. Intorno alla mezzanotte Casanova entra in una camera completamente avvolta dal buio. La porta dietro di lui si chiude e malgrado le sue proteste non è più possibile riaprirla. La progressiva assuefazione dei suoi occhi alla profonda penombra rivela la presenza silenziosa di undici donne che lo ricevono rapprese in una inquietante immobilità.

Giacomo cerca di scalfire il loro mutismo: motteggia, aggredisce, provoca. Inizialmente solo una tra le signore velate, denominata La Straniera, gli parla, domandandogli chi sia. Accerchiato dal mistero inquisitorio delle singolari creature che lo circondano, Casanova nega di essere Casanova. Le altre donne che progressivamente accettano di parlargli producono un’atmosfera generale da tribunale del giudizio definitivo. Ma quali sono i reati contestati? Quale sarà la pena? Perché Casanova rifiuta di rivelare e pronunciare il proprio nome? Chi è La Straniera che lo tortura e lo esalta con i suoi silenzi e le sue parole? La creatura che invita il libertino a raccontare la sua fuga dal carcere dei Piombi e dalla vita stessa, non vuole rivelare la sua identità. Ne adombra molte e tutte vanifica e rinnega. Casanova intraprende il suo duello, si batte, racconta, parla di sé come se narrasse di un altro. Cerca di ricordare se ha mai visto prima d’ora la persona che gli sta di fronte.

La scrittura di Ruggero Cappuccio dà vita ad una velenosa, dolce, sincera partita a scacchi in cui brillano e si muovono i perni dell’identità di uno degli uomini più discussi, amati e denigrati del XVIII secolo. Il velo di seduttore vanesio che ricopre Casanova presso l’immaginario collettivo consolidato, cade inesorabilmente e rivela un grande autore, un uomo che scrive con rarissima e affilata modernità, che ama le donne e ne incontra carnalmente un numero di gran lunga inferiore rispetto alla superficiale moltiplicazione attribuitagli. Soprattutto, Giacomo Casanova, si manifesta tra le pieghe dell’Histoire de ma vie, la luminosa autobiografia in cui si materializza la sua grande capacità di ascolto per le sue amanti, l’assenza di ogni gelosia che ne comprima la vita, la straordinaria capacità di scegliere creature che padroneggino la propria espressività erotica, e infine la concretizzazione di un piacere esente da conflitti e limitazioni mentali borghesi.

Il confronto con le donne nella stanza remota del castello di Dux innesca tenerezze e autoironie, mentre Casanova insegue, in quello che potrebbe essere l’ultimo appuntamento con la sua vita, l’idea di un se stesso che si realizza solo attraverso l’armonica condivisione del profondo con l’altro e con gli altri.

PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO: “Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla, perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non piace per poterlo cambiare”.Con questa breve riflessione Paolo Borsellino svela il senso più segreto del suo essere uomo e del suo essere giudice. La sua giovinezza e gli anni difficili della sua maturità sono ispirati ad una tensione vitale che oscilla tra passione per la memoria e progetto instancabile per una costruttività del futuro. La sua singolare esperienza esistenziale porta con sé i tratti inequivocabili dell’eroe. Un eroe moderno. Un eroe lontano dalle tentazioni della retorica. Un eroe che si batte senza armi contro le armi; senza violenza contro la violenza; senza protervia contro omicidi, stragi, tradimenti. Forte unicamente della sua spiazzante lealtà intellettuale, di un intuito espresso a livelli altissimi, Paolo Borsellino è l’incarnazione di eroe psicologico in grado di sacrificare il proprio corpo e i propri affetti per un’idea: la giustizia. Questo profilo di un artefice umano che costruisce il proprio coraggio per donarlo agli altri ha affascinato i grandi tragici dell’antichità, le letterature di tutti i tempi e di tutto il mondo. Le esistenze di Borsellino e Falcone hanno operato un mutamento insolito. Per molti giorni, per mesi, per una tenace minoranza tutt’oggi, gli italiani hanno assistito e partecipato  con entusiasmo e dolore ad una vera e propria reincarnazione di ideali ispirati alla giustizia che deviazioni politiche e mafiose avevano tacitato sotto la polvere di una pretesa retorica. Lo Stato, l’appartenenza dei cittadini ad esso, l’equità, il coraggio, sono passati dallo stadio vuoto delle “parole” a quello limpido e inarrendevole dei “fatti”.I cinquantasette giorni in cui Paolo Borsellino vive dopo la morte a Giovanni Falcone, fanno del giudice sopravvissuto un uomo solo, accerchiato da elementi deviati dello Stato e della politica, da Cosa Nostra e dall’indifferenza collettiva come prodotto culturale raffinatissimo atto a seppellire la verità. Senza Falcone, senza l’uomo che Borsellino stesso definiva “il suo scudo”, il magistrato elabora la certezza matematica della propria fine.

SHAKESPEA RE DI NAPOLI: In molti hanno teorizzato intorno all’origine ispirativa dei Sonetti di Shakespea Re di Napoli. Così il misterioso W.H. cui sono dedicati i centocinquantaquattro componimenti del Poeta di Stratford, ha finito per assumere ora le sembianze del conte di Pembroke, ora quelle di Lord Southampton.  Tuttavia, le immagini dei due gentiluomini inglesi hanno ceduto il passo, specie nell’ultimo secolo, a nuove e sempre più approfondite indagini testuali, fino alla capitolazione finale ad opera di analisi incentrate sui riferimenti ermetici e simbolici annidati nei Sonnets.

Da un’attenta lettura dei versi si deduce che il giovane amico “… dai profondi occhi sognanti…” per il quale Shakespeare innalzava il suo canto struggente, doveva essere una persona in grado di rappresentare un fattore vitale per l’evoluzione dell’arte drammaturgica del grande William. W. H. , allora, riaffiora dai penetrali del suo secolare mistero: si tratta dell’attore fanciullo del teatro di Shakespeare: di colui che, come scrive Wilde, fu primo e indimenticabile interprete di Viola, Desdemona, Rosalinda, Giulietta. In Shakespea Re di Napoli il mistero dei Sonnets si addensa in una storia in cui le antiche suggestioni legate a Willie Huges e l’attore fanciullo del teatro Elisabettiano, sfociano in un racconto che nella fantasia e nella forza immaginativa pone radici per una pura intuizione poetica sulla natura dei Sonetti. Nella messinscena la straordinaria musicalità della lingua di Shakespeare viene assimilata alla grande vocazione lirica della cultura letteraria del barocco napoletano. Il senso del suono diviene quasi suono dei sensi, dell’inesausto intreccio di endecasillabi e settenari. Sullo sfondo, una misteriosa notte di Carnevale, un castello, un vicerè, due storie e l’ombra di Shakespeare. Tutto nel gurgite di passioni incandescenti, agonizzanti silenzi, violente rinascite delle parole, ferita impietosamente nella sfida con l’autore, il genio, la bellezza e la morte, che dal vicino mare limpido e putrescente esala il brivido presago della peste.

PERIODO DI  REPLICA da Gennaio a Dicembre 2015

TEATRI:

TEATRO NUOVO di SAN MARINO

TEATRO SAN DOMENICO di CREMA

TEATRO ARCOBALENO di ROMA

TEATRO ERBA di TORINO

TEATRO NUOVO di NAPOLI

TEATRO di POLISTENA

TEATRO VERDI di SALERNO

TEATRO CITTADELLA di LUGANO

TEATRO di ARICCIA

TEATRO DEI CONCIATORI di ROMA

PALAZZO MATERAZZI Serramezzana (SA)

PALAZZO COPPOLA Valle Cilento (SA)

2014

Nel 2014 Ruggero Cappuccio dirige L’ELISIR D’AMORE di Donizetti al Teatro dell’Opera di Roma. Lo staff di Teatro Segreto è impegnato negli allestimenti registici.

La nuova produzione è stata CASANOVA scritto da CAPPUCCIO con R. HERLITZKA, M. SORRENTI, F. ABATEGIOVANNI, R. PUGLIESE, CARMEN BARBIERI e GIULIA ODORI regia N. BALDI. Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale a Luglio al Teatro Franco Parenti di Milano riscuotendo un enorme successo di pubblico e critica.

Le produzioni in ripresa sono state:

IL SOCCOMBENTE nella riscrittura  di RUGGERO CAPPUCCIO con ROBERTO HERLITZKA e Marina Sorrenti regia di BALDI. Dopo una clamorosa e lusinghiera tournèe è tornato sui palcoscenici italiani IL SOCCOMBENTE di Thomas Bernhard,  romanzo rappresentato in Italia per la prima volta,  uno dei capolavori della letteratura mondiale del Novecento. Il flusso vulcanico del romanzo di Bernhard esplode in tutta la sua lancinante bellezza, illuminando i temi cari all’autore e all’Arte del Novecento con una lucidità di scrittura assoluta e chirurgica. Il genio, il suo fatale isolamento, l’amicizia, l’amore, l’inquietudine come farmaco e veleno per  sopravvivere alle crudeltà dell’esistenza umana, si sprigionano dalle parole di Bernhard attraverso il racconto di una vicenda esemplare;

EXAMLETO di William Shakespeare da e con ROBERTO HERLITZKA. Il lavoro di scrittura scenica che Roberto Herlitzka ha svolto sull’Amleto di Shakespeare, si configura come un’esplorazione del più grande sentimento teatrale che le scene mondiali conoscano: la solitudine. Amleto è solo, i suoi interlocutori restano invisibili fisicamente per materializzarsi nella voce e nel corpo di Herlitzka;

PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO scritto e diretto e interpretato da RUGGERO CAPPUCCIO. Le parole pronunciate da Paolo Borsellino che gli Italiani non hanno mai ascoltato. Il 31 luglio del 1988 il giudice palermitano denunciava con forza davanti al CSM l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Borsellino parla per oltre 4 ore con straordinaria e diretta lucidità. Quella audizione arriva per la prima volta in scena raccontata da Ruggero Cappuccio.

LA MORTE DELLA BELLEZZA di Patroni Griffi nella riscrittura e regia di Nadia Baldi

IL SORRISO DI SAN GIOVANNI di Ruggero Cappuccio regia Nadia Baldi – Premio UBU 2008

VIAGGIO INTORNO AL CORPO DELL’ATTORE scritto e diretto da NADIA BALDI

La nuova produzione e le riprese hanno visto in scena numerosi giovani attori provenienti dal laboratorio permanente di TEATRO SEGRETO a Roma.

2013

Nel 2013 Ruggero Cappuccio dirige IL DON PASQUALE di Donizetti al Teatro dell’Opera di Roma e riprende a Barcellona (Spagna) LA BATTAGLIA DI LEGNANO di G. Verdi. Lo staff di Teatro Segreto è impegnato negli allestimenti registici.

Le produzioni in ripresa saranno: IL SOCCOMBENTE nella riscrittura di RUGGERO CAPPUCCIO con ROBERTO HERLITZKA e Marina Sorrenti regia di N. Baldi.

Arriva per la prima volta sui palcoscenici italiani IL SOCCOMBENTE di Thomas Bernhard, la versione teatrale di uno dei capolavori della letteratura mondiale del Novecento. Il flusso vulcanico del romanzo di Bernhard esplode in tutta la sua lancinante bellezza, illuminando i temi cari all’autore e all’Arte del Novecento con una lucidità di scrittura assoluta e chirurgica. Il genio, il suo fatale isolamento, l’amicizia, l’amore, l’inquietudine come farmaco e veleno per sopravvivere alle crudeltà dell’esistenza umana, si sprigionano dalle parole di Bernhard attraverso il racconto di una vicenda esemplare.

EXAMLETO di William Shakespeare da e con ROBERTO HERLITZKA. Il lavoro di scrittura scenica che Roberto Herlitzka ha svolto sull’Amleto di Shakespeare, si configura come un’esplorazione del più grande sentimento teatrale che le scene mondiali conoscano: la solitudine. Amleto è solo, i suoi interlocutori restano invisibili fisicamente per materializzarsi nella voce e nel corpo di Herlitzka;

PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO scritto e diretto e interpretato da RUGGERO CAPPUCCIO. Le parole pronunciate da Paolo Borsellino che gli Italiani non hanno mai ascoltato. Il 31 luglio del 1988 il giudice palermitano denunciava con forza davanti al CSM l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Borsellino parla per oltre 4 ore con straordinaria e diretta lucidità. Quella audizione arriva per la prima volta in scena raccontata da Ruggero Cappuccio.

Nel 2013 TEATRO SEGRETO produce SERPE IN SENO di C. Belsito regia di N. Baldi. In un atmosfera crudele, ironica delirante e fantastica i personaggi si affacciano sulla vasta gamma degli istinti umani che neanche il legame di sangue può sostenere. La strepitosa bravura di G. Cannavacciuolo e F. Abategiovanni rende la scrittura fortemente realistica e tagliente. Nella regia, l’assurdo grottesco si spingerà fino al paradosso;

e FUOCO SU NAPOLI scritto e diretto da R. CAPPUCCIO con R. HERLITZKA , M. Sorrenti, R. Pugliese, C. Barbieri.

Fuoco su Napoli edito da Feltrinelli: Al massimo tra cinque mesi Napoli finirà di esistere. Al massimo tra cinque mesi Napoli non ci sarà più. Una manciata di giorni e Napoli non sarà più la stessa. I campi Flegrei stanno per esplodere e la città sarà presto invasa dall’acqua e dal fuoco. Nessuno ne è al corrente, tranne Diego Ventre – avvocato, affascinante e raffinato affabulatore, amico di politici potenti e di boss della camorra. Trenta giorni non sono molti, ma a Ventre sono sufficienti per progettare l’affare del secolo: vendere sottocosto e comprare a prezzi stracciati immobili che, una volta superata l’emergenza, saranno a loro volta rivenduti e ricomprati mettendo a segno profitti eccezionali. Napoli sarà un’altra città, sarà la Las Vegas del Mediterraneo. Diego Ventre si muove con agilità, convince imprenditori, camorristi e affaristi, ridisegna il piano regolatore e determina il futuro di Napoli.

Ricatta, ammalia, seduce, e trova il tempo per corteggiare l’eterea Luce, figlia di nobili decaduti e affascinata da quest’uomo sicuro di sé e colto, che dice sempre le cose giuste e sa sorprenderla regalandole un libro rarissimo o facendo aprire per lei le residenze più inaccessibili della città. Ma Diego Ventre è anche la coscienza della città: ama Napoli e la vuole vedere in cenere, distrutta e purificata, liberata finalmente dall’ingordigia umana e dalla violenza estetica che per secoli l’ha devastata. Intorno a Diego e Luce, ruotano personaggi che sembrano interiorizzare le ombre che tra poco copriranno la città. Donne in cerca di affetto ma che trovano corpi che sublimano questo bisogno con il sesso, capiclan alla resa dei conti, pittori che tentano un ultimo assalto all’immortalità inseguendo sfumature impossibili. E poi c’è il silenzio, c’è il prima e il dopo. Napoli è irriconoscibile e la macchina operativa di Diego Ventre si mette in moto. Per la città e i suoi abitanti è arrivato il momento di risorgere. O scomparire per sempre.

2012
Nel 2012 Ruggero Cappuccio dirige Il Barbiere di Siviglia per il Teatro dell’Opera di Roma e lo staff di Teatro Segreto è impegnato nell’allestimento registico. Le produzioni in ripresa saranno: SHAKESPEA RE DI NAPOLI con Lello Arena e Claudio Di Palma spettacolo che è presente nei maggiori teatri italiani e all’estero da ormai 15 anni, EXAMLETO di William Shakespeare da e con Roberto Herlitzka, DON CHISCIOTTE da M. de Cervantes scritto da Ruggero Cappuccio con Roberto Herlitzka e Lello Arena regia di Nadia Baldi, PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO scritto e diretto da Ruggero Cappuccio con Claudio Di Palma.
Viene pubblicato dalla casa editrice spagnola Siruela Fuego sobre Napoles e pubblicato in Italia da Einaudi, Le Ultime Sette Parole di Caravaggio, di Ruggero Cappuccio.

2011
Produce la nuova messa in scena dell’opera teatrale di Ruggero Cappuccio, Paolo Borsellino Essendo Stato, con Claudio Di Palma.

Le produzioni di Teatro Segreto: Don Chisciotte, Shakespea Re di Napoli ed Examleto sono in tournée nei maggiori teatri italiani.

Produce con la RAI Radiotelevisione Italiana il film per il teatro Don Chisciotte di R. Cappuccio regia di N. Baldi con Roberto Herlitzka e Lello Arena in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma. Nello stesso anno produce la nuova messa in scena dell’opera teatrale di Cappuccio, Paolo Borsellino Essendo Stato,con Claudio Di Palma. Organizza Segreti d’Autore festival dell’Ambiente, delle scienze e delle Arti in collaborazione con Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano a Serramezzana (SA). Le produzioni di Teatro Segreto: Don Chisciotte, Shakespea Re di Napoli ed Examleto sono in tournée nei maggiori teatri italiani.

2010
Teatro Segreto produce Don Chisciotte, scritto da Ruggero Cappuccio e diretto da Nadia Baldi, con Roberto Herlitzka e Lello Arena, che debutta in Prima Nazionale al Festival Asti Teatro.
Le produzioni: Le Ultime Sette Parole di Caravaggio, Shakespea Re di Napoli, Edipo a Colono, Examleto, La morte della bellezza sono in tournèe nei maggiori teatri italiani.

2009
Produce Le Ultime Sette Parole di Caravaggio, opera teatrale scritta e diretta da Ruggero Cappuccio, con Claudio Di Palma e Lello Arena e con Federica Bognetti – Stella Egitto – Ilenia Maccarrone – Giusy Mellace – Alessandra Roca – Marina Sorrenti – Ada Totaro, che debutta in prima nazionale il 26 giugno al Napoli Teatro Festival Italia.
Cura la produzione del film Rien Va con Roberto Herlitzka, Chiara Muti e Lello Arena.
Le produzioni: Shakespea Re di Napoli, Edipo a Colono, Examleto e La morte della bellezza sono in tournèe nei maggiori teatri italiani.
Pubblica il libro di poesia Le Mie Rime di Antonio Di Martino.

2008
Collabora col Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali al Progetto di Formazione di figure professionali per i mestieri dello spettacolo FormArt lavoro a Salerno.

Pubblica Un’ infanzia di cielo, libro di fotografie di Giampiero Volpe e Renzo Vassalluzzo.

Pubblica Un’ infanzia di cielo, libro di fotografie di Giampiero Volpe e Renzo Vassalluzzo.

Produce tre nuovi allestimenti teatrali:

Shakespea Re di Napoli, con Lello Arena e Claudio Di Palma e

Desideri Mortali con Chiara Muti che debutta in Prima Nazionale al Teatro Massimo di Palermo.

La morte della bellezza, voci in concerto per Giuseppe Patroni Griffi, regia di Nadia Baldi, che debutta nell’ ambito del Festival Teatri di Pietra diretto da Aurelio Gatti.

Sono in tournée anche le seguenti produzioni: Edipo a Colono, Examleto e Radio Radioattiva.

2007
vince il Premio Opera IMAIE 2007 per il film per il teatro Shakespea Re di Napoli, con Claudio Di Palma e Ciro Damiano scritto e diretto da Ruggero Cappuccio. A maggio 2007 é in diverse sale italiane il suo film Il sorriso dell’ultima notte, prodotto dalla Halcyon Productions s.r.l..Gli spettacoli Shakespea Re di Napoli e Edipo a Colono, scritti e diretti da Ruggero Cappuccio continuano a girare nei maggiori teatri italiani e nell’ambito di importanti festival nazionali. Visioni Segrete realizza un film breve dal titolo Le insondabili memorie, con Roberto Herlitzka scritto e diretto da Nadia Baldi.

2006
Gli spettacoli “SHAKESPEA RE DI NAPOLI” ed “EDIPO A COLONO” scritti e diretti da Ruggero Cappuccio continuano a girare nei maggiori teatri italiani e nell’ambito di importanti festival nazionali. Produce il film per il teatro “Shakespea Re di Napoli” che esce in dvd.

2005
Svolge la XXVI edizione di BeneventoCittàSpettacolo . Debutta con la ripresa della produzione “DESIDERI MORTALI” scritto e diretto da Ruggero. Collabora con il Ministero del lavoro e il Comune di Benevento al progetto di formazione TECHNE’ anno II. Lo spettacolo “Paolo Borsellino Essendo Stato” sarà presente nei maggiori teatri italiani tra i quali: Il Piccolo Teatro di Milano, lo Stabile Biondo di Palermo, La Pergola di Firenze, il Mercadante di Napoli, il Teatro Verdi di Salerno, il Teatro Stabile di Torino.

2004
Svolge la XXV edizione di BeneventoCittàSpettacolo. Debutta con la nuova produzione “PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO” scritto e diretto da Ruggero Cappuccio in prima nazionale nell’ambito del festival.
Collabora con il Ministero del lavoro e il Comune di Benevento al progetto di formazione TECHNE’.

2003
Svolge la XXIV edizione di BeneventoCittàSpettacolo. Lo spettacolo LIGHEA continua a girare nei maggiori teatri italiani e ad agosto nascono due nuove produzioni: lo spettacolo
DE SADE MADAME che debutta in prima nazionale il 9 settembre ’03 ed EXOTELLO con Roberto Herlitzka il 14 settembre ’03.

2002
Svolge la VI edizione di ProvocAzione Teatro presso il Teatro Comunale e il Teatro De Simone di Benevento. Lo spettacolo LIGHEA continua a girare nei maggiori teatri italiani e a febbraio nasce una nuova produzione: lo spettacolo “REVERIE DU MACBETH” scritto e diretto da Nadia Baldi.
A Novembre in coproduzione con la RAI radio televisione italiana per il palinsesto PALCOSCENICO RAI 2, nasce il progetto “LIGHEA” per la televisione.
La sceneggiatura e la regia televisiva sono di Ruggero Cappuccio. Il lavoro è interamente girato a Palazzo Lanza Tomasi a Palermo.

2001
L’E.T.I. ente teatrale italiano e il Ministero per le Attività e i Beni Culturali, affidano la drammaturgia e la regia de l’ “Orlando Furioso” di L. Ariosto a Ruggero Cappuccio, progetto che vede impegnati Roberto Herlitka, Ottavia Piccolo, Mariano Rigillo, Pino Micol, Maddalena Crippa, Elisabetta Pozzi, Claudio Di Palma, Emanuela Mandracchia, Massimo De Francovich, Giovanni Crippa, Patrizia Zappa Mulas, Chiara Muti, Anna Bonaiuto. Progetto che verrà completamente affidato al contenitore di RADIO TRE SUITE.
A giugno 2001 debutta nell’ambito del Festival ProvocAzione Teatro anno V di Benevento “LIGHEA” rievocazione da G. Tomasi di Lampedusa, scritto e diretto da Ruggero Cappuccio, interpretato da Roberto Herlitzka e Claudio di Palma, produzione che ha toccato i maggiori teatri italiani con notevolissimo consenso di critica e pubblico.

2000
Debutta in prima nazionale lo spettacolo “Delirio Marginale” scritto e diretto da Ruggero Cappuccio, nell’ambito del Festival ProvocAzione Teatro anno IV a Benevento. Teatro Segreto collabora alla produzione di:

TIC scritto, diretto e interpretato da Paola Greco con Anna Contieri;
MANOLA rielaborato e diretto da Nadia Baldi con Silvia Santagata e Paola Toscano; e produce:
TEMPO SCADUTO scritto, diretto e interpretato da Gea Martire con Nadia Baldi, Monica Assante di Tatisso, Elisabetta D’Acunzo, Silvia Santagata, Miriam Liguoro, Tosca d’Aquino, (Patrizia Milone, Annamaria Senatore, Antonella Romano in una prima edizione) Da quest’ anno il progetto ProvocAzione Teatro viene sostenuto dall’ ETI ente teatrale italiano progetto al IV anno di edizione.

1999
In prima nazionale per il Festival del ‘900 di Palermo diretto da Roberto Andò, produce “I silenzi della memoria” spettacolo tratto dal racconto di Tomasi di Lampedusa ” La sirena ” scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio . Dal 1998 al 2000 si occupa della sezione Molliche, sezione del Festival Città Spettacolo di Benevento diretto da Maurizio Costanzo per la direzione artistica di R. Cappuccio. Nel 1999 è cooproduttore con Alia Film di Enzo Porcelli, del cortometraggio dal titolo “Niente di Straordinario” scritto e diretto da Cappuccio.
Nello stesso anno nascono le produzioni:

EXAMLETO rielaborato, diretto e interpretato da Roberto Herlitzka che debutta in ProvocAzione Teatro anno III a Benevento;
LA CASA DI BERNARDA E ALBA scritto, diretto e interpretato da Gea Martire con Nadia Baldi, Paola Greco, Anna Contieri, Gina Ferri, Sabrina Ferri, Annamaria Senatore che debutta in ProvocAzione Teatro Benevento;
FAUST-o-COPPI scritto, diretto e interpretato da Claudio di Palma con Ciro Damiano che debutta nel Festival Città Spettacolo di Benevento.

1998
A Ruggero Cappuccio viene affidata dal Teatro Stabile di Roma, diretto da Luca Ronconi, la regia e la riscrittura del “Tieste” di Seneca e “Le Bacchidi” di Plauto che debutta in Prima Nazionale al Teatro dell’ Angelo di Roma, lavori che vedranno in scena quasi tutti gli elementi artistici di Teatro Segreto e i protagonisti Massimo de Francovich e Giovanni Crippa. A luglio è in produzione il “Il Sorriso di S. Giovanni” scritto e diretto da Ruggero Cappuccio con Ciro Damiano, Claudio Di Palma, Gea Martire, Imma Marolda, Nadia Baldi, Paola Greco, Anna Contieri, Gina Ferri, Sabrina Ferri, Annamaria Senatore in anteprima nazionale, al Festival di Gibellina diretto da Roberto Andò e in Prima Nazionale a Benevento nell’ambito di ProvocAzione Teatro anno II in collaborazione con il Festival Città Spettacolo.

1997
A Ruggero Cappuccio viene assegnato il Premio Candoni, sezione Committenze diretto da Franco Quadri, per il testo “Il sorriso di San Giovanni” che debutta in prima Nazionale sotto forma di lettura ad Arta Terme. Promosso dal Festival Città Spettacolo di Benevento, questo primo appuntamento si é concluso nell’evento- spettacolo “Raccontinfiniti” andato in scena in prima nazionale a Benevento e al Teatro Valle di Roma per l’apertura delle “Vie dei Festival”. Nasce in quest’anno il progetto ProvocAzione Teatro anno I per la direzione artistica di Ruggero Cappuccio in collaborazione con il Comune di Benevento presso il Teatro Comunale, un’esperienza laboratoriale sulle scritture di scena che ha coinvolto per due mesi oltre duecento giovani attori italiani. Il progetto prevede messinscene-laboratori-incontri tenuti dai maggiori artistiti della scena italiana.

1996
Debutta presso il Teatro Valle in Roma, “Desideri Mortali”, lo spettacolo, forte di dieci attori Ciro Damiano, Claudio Di Palma, Gea Martire, Imma Marolda, Nadia baldi, Paola Greco, Anna Contieri, Gina Ferri, Sabrina Ferri, Annamaria Senatore , di una voce solista Antonella Ippolito, di musiche eseguite dal vivo per pianoforte da Paolo Vivaldi e percussioni da Carlo Martinelli, riporta un successo clamoroso che si traduce nella folta programmazione stabilita dai Teatri Italiani. Desideri Mortali, libero elogio di Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel centenario della sua nascita, ripercorre ed esplora le più riposte pieghe poetiche dello scrittore siciliano, la sua geniale marginalità, l’esplosiva forza mediterranea del suo Gattopardo.Teatro Segreto torna a Benevento Città Spettacolo con “Nel tempo di un tango”, scritto e diretto da Ruggero Cappuccio, per l’ interpretazione di Claudio Di Palma, Ciro Damiano, Gea Martire, Gea Lionello, Aldo Bufi Landi e Lello Giulivo. Accolta con notevolissimo interesse, l’opera affascina per la contaminazione tra musica e parola grazie al lavoro di esecuzione dal vivo delle partiture di Paolo Vivaldi. Un mese più tardi debutta presso il Teatro Verdi di Salerno, “King Lear”, un evento teatrale curato dalla regia di Ruggero Cappuccio, Alfonso Santagata e Leo De Berardinis, cui Teatro Segreto partecipa, come già in Mai più amore per sempre e Desideri Mortali con tutte le sue forze attoriali e non. Teatro Segreto diventa una compagnia riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali.

1995
Ruggero Cappuccio scrive e mette in scena “Mai più amore per sempre” con Ciro Damiano, Claudio Di Palma, Gea Martire, Imma Marolda, Nadia Baldi, Paola Greco, Anna Contieri, Gina Ferri, Sabrina Ferri, Annamaria Senatore. E’ una libera rievocazione del Romeo e Giulietta in cui il barocco della lingua di Shakespeare gioca conflitti e assimilazioni con la grande cultura barocca della letteratura napoletana del seicento. Lo spettacolo, presentato in anteprima nazionale al Festival di Polverigi e in prima nazionale a Benevento Città Spettacolo raccoglie un lusinghiero successo di pubblico e critica. Nella stessa stagione, per il complesso della sua attività drammaturgica a Ruggero Cappuccio viene conferito il Premio Coppola Prati.

1994
Accolto da un fervidissimo successo di pubblico e critica Delirio Marginale è l’opera grazie alla quale a Ruggero Cappuccio, viene data la medaglia d’oro allo spettacolo per la Drammaturgia Italiana, nonché il Biglietto d’oro dell’Agis nella sezione “Qualità”. Nel luglio dello stesso anno debutta nell’ambito del Festival di Santarcangelo dei Teatri diretto da Leo De Berardinis, “Shakespea Re di Napoli”, scritto e diretto da Ruggero Cappuccio per l’ interpretazione di Claudio Di Palma e Ciro Damiano. La messinscena s’ addensa in un musicalissimo napoletano seicentesco per esplorare i misteri sospesi intorno ai Sonetti di Shakespeare. Lo spettacolo sarà presente nelle maggiori città italiane da Palermo a Novara. Per Shakespea Re di Napoli Ruggero Cappuccio vincerà il Premio Fondi, il Premio speciale per la Drammaturgia Europea assegnatogli dal Piccolo Teatro di Milano in collaborazione con l’ ITI, e ancora una volta il Biglietto d’oro dell’Agis, sezione Qualità.

1993
Anno in cui Cappuccio vince il Premio IDI selezione Autori Nuovi con Delirio Marginale, opera che egli stesso dirigerà (prima nazionale Teatro Argot Roma) per l’ interpretazione di Claudio Di Palma, Ciro Damiano e Gea Martire. Il testo, scritto in napoletano e veneziano, ambientato in una lacerata Napoli postbellica, offre una prima e decisiva prova dell’ attenzione di Cappuccio al tema delle grandi lingue di scena con conseguente rilettura dei limiti e della potenza dell’italiano come strumento espressivo a teatro.